ChatGPT, Il Garante della Privacy vuole vederci chiaro

Il Garante dice stop a ChatGPT: l’Italia è il primo Paese al mondo a limitare l’uso dell’Intelligenza Artificiale. A rischio anche la privacy dei minori.

Arriva perentoria la decisione del Garante della Privacy di limitare in modo provvisorio il trattamento dei dati degli utenti italiani a ChatGPT. A finire sotto accusa è OpenAI, società statunitense da anni impegnata nella ricerca sull’IA, che ha sviluppato e gestisce la piattaforma.

Cos’è ChatGPT?

ChatGPT è un software che si basa su un sistema di algoritmi in grado di riprodurre una conversazione simile a quella umana. Attraverso lo studio e l’analisi dell’utente, il software identifica la richiesta ed elabora la risposta più adatta e pertinente. Grazie a questo scambio di informazioni, apprende nuove nozioni che vanno ad ampliare e sviluppare le sue conoscenze. In questo modo essa “impara” nuove competenze, oltre a migliorare il suo linguaggio. Ad oggi l’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata per molti scopi, dalla stesura di tesi e articoli alle traduzioni di testi da una lingua straniera.

La Chat ha suscitato un interesse mondiale: moltissimi sono i curiosi che hanno iniziato a scrivere usando l’IA. Questo ha fatto sì che gli algoritmi imparassero sempre di più grazie alle interazioni spontanee degli utenti.

Ma perché il Garante ha detto stop a ChatGPT?

L’Autorità ha aperto un’ istruttoria a causa della condotta di OpenAI, perché risulterebbe non conforme alle normative italiane ed europee. Il Garante disapprova che la raccolta dati venga effettuata senza informativa per gli utenti, che trasmettono dati personali all’IA senza conoscerne il reale utilizzo finale.

Inoltre, l’Autorità (che si ricorda essere caratterizzata da una forte connotazione di indipendenza) vigila anche sull’assenza di una base giuridica che giustifichi un immagazzinamento così vasto di informazioni.

In più OpenAI limita solo di fatto l’uso della chat ai minori di 13 anni, perché non esistono nella pratica sistemi che impediscano ai più giovani di iscriversi.

Altro fatto che motiva la decisione del Garante è la violazione della normativa europea GDPR in merito alla custodia “fisica” dei dati nei server. La legge europea stabilisce che i dati raccolti debbano essere conservati in uno degli Stati dell’Unione, mentre l’ americana ChatGPT è sottoposta alla legge statunitense e si svincola dalle condizioni dell’UE.

La decisione del Garante potrebbe fare scuola ad altri Stati

Molte sono le polemiche nate dalla decisione del Garante sullo stop a ChatGPT. C’è chi grida all’abuso di potere perché una tale decisione spetterebbe sì al Garante, ma in composizione collegiale e non avere origine da una decisone individuale dal suo presidente Pasquale Stanzione, come è invece accaduto.

Resta di fatto che OpenAI avrà a disposizione 20 giorni per adattare le sue procedure alla normativa italiana o sarà costretta a pagare una sanzione fino a 20 milioni di euro o pari al 4% del suo fatturato globale annuo.

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